Genesi del progetto
Continua la proficua collaborazione tra la Civica Altiero Spinelli e la casa editrice Edicart Style con la pubblicazione di un nuovo libro tradotto da due studentesse del corso in Traduzione: Sherlock Bones – La maledizione della maschera del faraone, del pluripremiato autore britannico Tim Collins.
Lucia Brunetti e Giorgia Catapano, studentesse del secondo anno, si sono cimentate nella traduzione dall’inglese di questo brioso romanzo per ragazzi nell’ambito del laboratorio di traduzione narrativa tenuto dalla docente Elena Riva.
Il libro, fresco di stampa, è il primo volume di una collana che, come si potrà facilmente intuire, celebra un classico della letteratura: il grande Sherlock Holmes di Arthur Conan Doyle. E lo fa in chiave originalissima e brillante, con un linguaggio adatto all’infanzia (7-9 anni).
Ambientate in un universo animale, queste nuove avventure della coppia di investigatori più famosa di tutti i tempi – qui il cane Sherlock Bones e la gatta Jane Catson – mantengono inalterato il carattere, lo spirito e il fascino dei personaggi originali.
Un libro pieno di azione e di mistero, e a rendere ancora più coinvolgente la lettura contribuiscono le vivide illustrazioni e le numerose attività: oltre 25 enigmi secondari da risolvere che mettono alla prova le doti da detective dei piccoli lettori, chiamati ad aiutare i protagonisti a svelare il grande mistero di fondo: chi ha rubato l’antica, preziosissima maschera del faraone Tutangatmon? Forti tratti di contenuto, questi ultimi, che rendono la lettura anche cognitivamente attiva oltre che piacevolmente ludica.
Prima letteratura insomma, e quindi importanti sollecitazioni a fantasia e immaginazione, ma non soltanto: piccoli enigmi, giochi di parole, rimandi alla storia dell’antico Egitto, dialoghi serrati e un ritmo incalzante… Le due giovani traduttrici hanno affrontato la sfida di un testo vivo e vivace, piacevolissimo da leggere, con ottimi risultati.
Lucia Brunetti e Giorgia Catapano: il punto di vista delle traduttrici
Come hai affrontato il lavoro di traduzione del libro? Come ti sei preparata e come si è svolto il lavoro in collaborazione con la tua compagna?
Lucia: "Siamo partite naturalmente dalla lettura del libro, dividendoci poi i capitoli da tradurre. Mi sono approcciata alla lettura con occhio indagatore, da traduttrice, non solo da lettrice. Era fondamentale individuare fin dall’inizio le criticità che avremmo dovuto affrontare durante la traduzione, come per esempio la descrizione dei luoghi di fantasia ispirati alla realtà o nomi e frasi creativi che potessero mantenere gli stessi giochi di parole del testo originale. Io e Giorgia abbiamo poi iniziato a tradurre i capitoli, consultandoci regolarmente per mantenere uno stile univoco tra i vari capitoli, grazie anche al prezioso aiuto della professoressa Riva. Il costante scambio di idee ci ha permesso (e sempre ci permette) di aprire la mente a nuove idee a cui altrimenti non avremmo mai pensato. È una parte fondamentale della traduzione".
Giorgia: "Ho innanzitutto letto il libro Sherlock Bones and the curse of the pharaoh’s mask di Tim Collins per avere una visione generale dell’intero testo. In seguito, la mia compagna Lucia e io abbiamo fatto un incontro telematico con la Prof.ssa Riva e abbiamo discusso i punti da tener presente prima di iniziare la traduzione: la considerazione del destinatario e delle sue caratteristiche è infatti indispensabile per la buona riuscita del lavoro. Per questo laboratorio ho fatto tesoro di tutte le nozioni apprese durante le lezioni seguite presso la Civica Scuola Interpreti e Traduttori Altiero Spinelli.
Abbiamo cominciato dividendoci il primo capitolo, dopodiché Lucia si è occupata di tradurre i capitoli dispari e io quelli pari. La comunicazione tra noi è stata fondamentale in quanto ci dovevamo accordare sui vocaboli ricorrenti. Ciascuna traduceva due capitoli a settimana e ci confrontavamo con la Professoressa settimanalmente per confrontarci sugli errori commessi e sulle difficoltà incontrate".
Com’è stato tradurre un libro per ragazzi?
Lucia: "Spesso si ha l’idea che i libri per ragazzi, essendo facili da leggere, siano allora facili da tradurre. Ma non bisogna farsi ingannare, perché nascondono molte insidie. Posso però affermare con sicurezza di aver amato tradurre un libro per ragazzi, proprio per queste sfide che ci sono state poste. Inoltre, da lettrice vorace e amante del mistero, tradurre questo libro è stato divertente ed entusiasmante, un piacevole tuffo nel passato".
Giorgia: "Tradurre un libro per ragazzi è stato divertente e ha contribuito ad aumentare il mio bagaglio di conoscenze. Ho potuto constatare come i libri dedicati a un pubblico molto giovane contengano in realtà dei termini specifici che hanno lo scopo di arricchire il lessico del piccolo lettore. Sia io che Lucia abbiamo seguito la scelta dell’autore e non abbiamo semplificato la terminologia, mantenendo anche i termini più tecnici.
Nel libro erano anche inclusi dei giochi di enigmistica con relative soluzioni. La traduzione di queste parti è stata stimolante dal momento che non mi era mai capitato di dover tradurre dei giochi enigmistici. Le consegne che li precedevano dovevano infatti essere le più chiare possibili per permettere al bambino di trovare la soluzione del gioco.
Anche la traduzione dei giochi di parole presenti nel libro è stata interessante e ha stimolato la nostra fantasia. In questo caso io e Lucia abbiamo proposto una serie di soluzioni e abbiamo optato per quella che ci sembrava la più corretta".
Ci sono stati momenti di difficoltà? Come li hai superati?
Lucia: "La difficoltà principale affrontata è stata sicuramente quella di dover rendere il testo e le battute di dialogo il più fluenti e naturali possibili, senza incorrere in intoppi stilistici. Inoltre, era necessario variare costantemente i termini del testo originale grazie all’uso dei sinonimi, per rendere la traduzione comprensibile ma non banale, per poter aiutare il (più o meno) piccolo lettore ad ampliare il suo vocabolario e accrescere la sua conoscenza.
Questo è avvenuto grazie a numerose ricerche e al contatto diretto con Giorgia e la professoressa Riva: il confronto è stato essenziale per una resa soddisfacente".
Giorgia: "Le difficoltà più grandi che ho incontrato sono state la traduzione dei giochi di parole e quella relativa alle descrizioni di ambienti e di azioni dei personaggi. Per quanto riguarda i primi, ho cercato di trovare più soluzioni da proporre e mi sono confrontata con Lucia. In alcuni casi i nomi dei personaggi prendevano ispirazione da soggetti realmente esistiti o contenevano dei giochi di parole. Il punto era: dovevamo tradurli o lasciarli come in originale? Per quel che concerne i due protagonisti, abbiamo optato per lasciarli in inglese in quanto, trattandosi di una serie di libri, potevano ricorrere in altri volumi. I nomi delle località contenenti giochi di parole li abbiamo tradotti cercando di mantenere lo stesso gioco, altrimenti sarebbero risultati non comprensibili ai bambini.
Per le descrizioni più tecniche, come nel caso della descrizione di una nave, ho svolto delle ricerche su Internet per mantenere il fine didattico dello scrittore. Le correzioni e i consigli della Prof.ssa Riva sono stati poi fondamentali per migliorare la traduzione".
Cosa hai imparato da questa esperienza di traduzione che presto porterà alla pubblicazione di un libro?
Lucia: "È fondamentale tenere conto del quadro generale tanto quanto di ogni singolo dettaglio: ogni elemento è essenziale per una riuscita finale esauriente. Ho imparato che bisogna dare importanza a tutte le scelte traduttive che intendiamo fare, senza aver paura di fare errori, affidandoci ai nostri collaboratori e a chi, sicuramente, ne sa più di noi, come la professoressa Riva.
Trovare in libreria il libro tradotto con il proprio nome sopra è una soddisfazione enorme che conferma la mia passione verso questo lavoro".
Giorgia: "Da questa esperienza ho capito che nel tradurre un libro si deve tenere conto della sua totalità. È importante quindi che non ci siano delle incongruenze sia terminologiche che contenutistiche tra un capitolo e l’altro. Prima di questo progetto, mi ero cimentata nella traduzione di testi brevi o comunque non della lunghezza di un libro. Il contesto editoriale mi ha permesso di sperimentare una nuova dimensione professionale. Ho compreso inoltre quanto la cura dei dettagli sia fondamentale per la buona riuscita della traduzione".