Il capolavoro di Camus sembra scritto ai giorni d'oggi e invece è stato scritto nel 1947.
Nel suo romanzo l'autore racconta dell'improvvisa epidemia che in un imprecisato momento degli anni Quaranta del secolo scorso colpisce Orano, una cittadina dell’Algeria francese.
La città algerina viene sprangata, né si può entrare né si può uscire.
L’insorgere della malattia che sembrava debellata da secoli scuote la popolazione dal consueto torpore e provoca le più svariate reazioni. Alcuni non rinunciano ai piaceri della vita di ogni giorno: i bar e i ristoranti restano aperti. Altri, invece, si barricano in casa temendo il contagio. Un flagello colpisce l'umanità che fino ad allora aveva scordato la sua vulnerabilità e impotenza di fronte a fenomeni che non può controllare.
Cosa può insegnarci l'opera di Camus ?
Yasmina Mélaouah, traduttrice dell’edizione de La Peste edita da Bompiani nel 2017 per il 70esimo anniversario dell’uscita del libro e docente alla Civica Scuola Interpreti e Traduttori Altiero Spinelli, in un intervista a Radio Popolare, a questa domanda risponde così:
"Credo che il contagio risvegli davvero l’irrazionale che c’è in tutti e metta in moto l’idea del male che può arrivare come una minaccia e che può colpire non tanto l’uomo, ma la comunità degli uomini. È questo ciò che si ritrova di più nel libro: l’idea di una comunità di uomini che devono mettere da parte la propria felicità individuale per lottare contro contro la minaccia del male. Credo sia questo che risuoni nei lettori che tornano a rileggere l’opera di Camus: ritrovare il senso di una comunità che lotta insieme. I protagonisti del romanzo sono davvero un pugno di uomini che si rimboccano le mani, dimenticano le differenze che si sono tra di loro e cercano di affrontare il male".
(Coronavirus, cosa può insegnarci “La Peste” di Camus? La comprensione - Intervista del 2 marzo 2020 - Radio Popolare)
Ascolta l'intervista su Radio Popolare
Albert Camus (Dréan, 7 novembre 1913 – Villeblevin, 4 gennaio 1960) è stato uno scrittore, filosofo, saggista, drammaturgo, giornalista ed attivista politico francese. Con la sua opera è stato in grado di descrivere e comprendere la tragicità di una delle epoche più tumultuose della storia contemporanea, quella che va dall’ascesa dei totalitarismi al secondo dopoguerra e al concomitante inizio della guerra fredda. Non solo: le sue riflessioni filosofiche, magistralmente espresse in immagini letterarie, hanno una valenza universale capace di oltrepassare i confini della contingenza storica, riuscendo a descrivere la condizione umana nel suo nucleo più essenziale. Il suo lavoro è sempre teso allo studio dei turbamenti dell'animo umano di fronte all'esistenza, in balia di quell'assurdo definito come «divorzio tra l'uomo e la sua vita».
Camus ricevette il Premio Nobel per la letteratura nel 1957.