Le parole della traduttrice
Ci racconti la tua esperienza di traduttrice?
"Sono convinta che certe cose nella vita non accadono per caso. Erano i primi anni del 2000 quando mia sorella mi regalò C’era una volta l’amore ma ho dovuto ammazzarlo, dell’autore colombiano Efraim Medina Reyes. Un romanzo irrequieto, irriverente, fuori dagli schemi, come ero, e sono, anche io.
Anni dopo, quando quel libro era ormai sedimentato in qualche angolo remoto della mia memoria, la vita ha deciso di tessere un nuovo filo da quella matassa intricata fatta di percorsi, incontri e circostanze, restituendomi quella storia sotto una nuova forma. Sì, perché La miglior cosa che non avrai mai è il sequel di quel romanzo che mi aveva scosso profondamente da ragazzina. Tradurlo è stato molto di più che una sfida professionale. Direi quasi la chiusura di un cerchio e, allo stesso tempo, un segno propizio per l’avvio della mia carriera da traduttrice letteraria. È stato anche un viaggio nell’anima della parola scritta, un’immersione totale nelle sfumature dell’espressività. Mi ha spinto a mettere da parte la mia visione delle cose per abbracciare quella dell’autore – o meglio, quella del personaggio a cui ha dato vita – per scoprire che, per molti aspetti, le prospettive coincidevano. Dar voce a Rep – il protagonista – è stato naturale, quasi inevitabile. Le sue inquietudini erano le mie. Conoscevo bene la sua rabbia, la vita di strada, quel senso di inadeguatezza che ti schiaccia e ti rende difficile stare al mondo. Mi sono rivista nella sua passione per il rock, nel suo vagabondare emotivo, nel suo parlare senza filtri. Ho amato tradurre le parti più crude, più politicamente scorrette, più dolorose. Trasformare le sue parole nelle mie è stato uno sfogo, un atto liberatorio. Una specie di catarsi, che mi ha lasciato un po’ svuotata quando ho messo il punto finale.
Ma non è davvero la fine. Le vicende di Rep proseguiranno: pare che un terzo capitolo sia già in cantiere per chiudere la trilogia iniziata nel 2002 con C’era una volta l’amore ma ho dovuto ammazzarlo. E io spero con tutto il cuore di essere ancora la sua voce italiana".
Sinossi
Rep, l’eclettico e tormentato protagonista di C’era una volta l’amore ma ho dovuto ammazzarlo, ritorna nelle vibranti pagine di questo sequel per guidarci alla scoperta delle sue stravaganti origini e delle ardue avventure che ha dovuto affrontare dopo che una Certa Ragazza lo ha mandato all’inferno. In una sequenza ritmata, in cui si fondono la sua squallida infanzia, la sua brutale adolescenza e la sua caotica maturità, viaggiamo dall’ormai mitica Città Immobile e dalla tumultuosa Bogotá alla obsoleta e abulica Europa dove Rep cerca di sopravvivere ai suoi fantasmi ricorrendo a ogni genere di espedienti.
"Con il suo classico linguaggio schietto, diretto e venato di ironia, grazie a riflessioni profonde e una potente carica poetica, Medina Reyes ci offre un’opera travolgente, onesta fino al midollo e che non fa concessioni a ciò che è politicamente corretto. Un libro scritto con le viscere, che sprigiona emozione e ci restituisce il piacere immenso di leggere, mentre ci chiediamo quale sarà la cosa migliore che non avremo mai. Forse è quella cosa che nella voragine implacabile della nostra routine quotidiana abbiamo perso e che riaffiora nell’istante più inaspettato grazie alla magia racchiusa in libri belli e necessari come questo".
Juan David Correa
Ministro della Cultura della Colombia
La miglior cosa che non avrai mai
di Efraim Medina Reyes
Ronzani Editore
Federica Lauda
Federica Lauda ha conseguito il Master of Arts (M.A.) francese in Traduzione letteraria dall’inglese e dallo spagnolo presso la Civica Scuola Altiero Spinelli nel 2023. Prima di intraprendere la carriera di traduttrice, ha maturato esperienza come content editor e copywriter, collaborando come autrice e redattrice con diversi web magazine dedicati a cultura e attualità. Attualmente si dedica alla traduzione nei settori della comunicazione, del marketing e dell’editoria. Nel 2023 ha vinto il contest indetto dal festival letterario Babel di Bellinzona per la miglior traduzione dallo spagnolo all’italiano, con un brano inedito di Luis Sepúlveda.