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Horror Games di N. M. Zimmermann: "Cyber-zombie all’attacco!"

In libreria la traduzione delle nostre studentesse Asia Faralli e Rebecca Leva edita da Edicart

Progetto nato dalla collaborazione tra la Civica Altiero Spinelli e la casa editrice Edicart, all'interno del corso di laurea magistrale in Traduzione

Dalla volontà di offrire un’occasione di esperienza sul campo agli studenti della magistrale in Traduzione è nata l’idea di una collaborazione tra la Civica Altiero Spinelli e la casa editrice Edicart Style, attiva da più di trent’anni nell’editoria per l’infanzia.

Il progetto ambizioso prevede la traduzione dal francese di una trilogia di romanzi destinati a un pubblico di giovani lettori dai nove anni in su.

I tre volumi della serie Horror Games, della nota scrittrice N. M. Zimmermann, sono libri horror-fantasy divertenti, che rispondono all’attrazione dei bambini per il mistero e al tempo stesso hanno una valenza educativa.

L’iniziativa è stata accolta con entusiasmo dagli studenti francesisti del primo anno della laurea magistrale in Traduzione, e al termine di una selezione formale – una prova di traduzione effettiva, giudicata dalla casa editrice, proprio per sottolineare il carattere professionalizzante del progetto – sono state scelte tre coppie di studentesse, una per libro, che hanno lavorato sotto la supervisione di Elena Riva, docente del corso di Traduzione Editoriale francese/italiano.

Cyber-zombie all’attacco!

Cyber-zombie all’attacco! è il secondo volume della trilogia Horror Games di N. M. Zimmermann.

La traduzione dal francese all’italiano è di Asia Faralli e Rebecca Leva, studentesse del primo anno del corso di laurea magistrale in Traduzione. Per un preadolescente non è facile cambiare città, amici e scuola a metà anno. Ma la timida Zoe sa di poter sempre contare sul sostegno e la protezione di Sébastien, il suo brillante gemello. La nuova scuola però ha qualcosa di strano, e Zoe sembra l’unica ad accorgersene: sono tutti un po’ troppo dediti all’utilizzo della tecnologia e dei videogiochi. Gli studenti sembrano quasi ipnotizzati dai computer, come “zombie telecomandati”. E se lo fossero davvero? Stavolta sarà Zoe a dover salvare suo fratello, sconfiggendo la paura e imparando che un uso eccessivo dei videogiochi può portare a un impoverimento della realtà, dell’immaginazione e della varietà delle percezioni.

La voce delle traduttrici

Come hai affrontato il lavoro di traduzione del libro? Come ti sei preparata e come si è svolto il lavoro in collaborazione con la tua compagna?

Asia: "Trattandosi della mia prima traduzione di un libro è stata un’esperienza molto coinvolgente. Per prima cosa ho letto il libro, in modo tale da entrare in sintonia con l’autrice e con la storia. Sono poi passata al lavoro di traduzione cercando il più possibile di riprodurre la spontaneità e la naturalezza che caratterizzano la lingua parlata e di utilizzare termini semplici e comprensibili per i ragazzi e le ragazze della fascia d’età di riferimento. Spesso ho cercato di immaginare le scene descritte immedesimandomi nei personaggi per cercare di raccontare al meglio la loro storia. Nei momenti di dubbio e perplessità io e Rebecca ci siamo confrontate e abbiamo condiviso le nostre opinioni, cercando di arrivare a una soluzione in base alle nostre esperienze e agli eventi dei capitoli precedenti".

Rebecca: "Insieme alla professoressa Riva, abbiamo deciso da subito come dividere il lavoro e come affrontarlo. Io e la mia compagna Asia ci siamo divise equamente i capitoli del libro (io avrei tradotto i capitoli dispari, lei quelli pari) e abbiamo deciso di tradurne due a testa a settimana, per riuscire a rispettare il termine di consegna. Ogni settimana facevamo anche una o più riunioni con la professoressa, a distanza oppure in presenza, a seconda delle esigenze, per poter correggere le nostre traduzioni e discutere di eventuali punti critici. In generale abbiamo lavorato in autonomia, anche se spesso io e Asia ci sentivamo per poter decidere insieme come tradurre un determinato termine, o per confrontarci in caso di dubbio o di incertezza".

Com'è stato tradurre un libro per ragazzi, tra l'altro, di genere Fantasy e Horror?

Asia: "Tradurre un libro di questo genere è stato particolarmente interessante per me. Durante gli anni della mia infanzia e adolescenza ho letto moltissimi libri fantasy e horror, che trovavo molto avvincenti. Sarei felice se grazie alla mia traduzione qualche ragazzo o ragazza provasse le stesse sensazioni che provavo io alla loro età nella lettura di questo genere di libri. Tra l’altro, avendo io un’età non così lontana da quelle della fascia di riferimento non ho avuto particolari difficoltà ad utilizzare un linguaggio che mi è familiare".

Rebecca: "È stata un’esperienza davvero divertente e stimolante. Ho sempre amato i libri, fin da bambina, quando la libreria della mia cameretta era colma di libri, molti dei quali di genere fantasy. Questa esperienza mi ha fatto un po’ tornare indietro nel tempo. Ed è davvero suggestivo pensare che questo libro finirà nella libreria della cameretta di tanti bambini".

Ci sono stati momenti di difficoltà? Come li hai superati?

Asia: "In alcuni casi io e Rebecca abbiamo avuto difficoltà nella traduzione di termini riferiti a figure specifiche del sistema scolastico francese. In quei casi abbiamo scelto di fare riferimento alle figure più simili che ritroviamo nel nostro sistema scolastico. Un altro tipo di difficoltà che abbiamo riscontrato è stata evitare le ripetizioni di alcune parole che in francese ricorrono spesso, come gli aggettivi possessivi, cercando di rendere più scorrevole la frase quando letta in italiano".

Rebecca: "La difficoltà più grande da affrontare è stata la mancanza di tempo. Avevamo poche settimane per consegnare il lavoro finito e in più dovevamo seguire le lezioni, fare i compiti, consegnare altri lavori ai professori… Insomma non è stato semplice. Ma il lavoro del traduttore è fatto anche di scadenze e questa esperienza ci ha sicuramente aiutato a capirlo e affrontare anche questa difficoltà".

Cosa hai imparato da questa esperienza di traduzione che presto porterà alla pubblicazione di un libro?

Asia: "Quest’esperienza mi ha resa più consapevole del mio metodo di lavoro e mi ha aiutata a capire cosa migliorare e a cosa prestare maggiore attenzione quando traduco, grazie anche alle discussioni di gruppo e al supporto della nostra professoressa. Questo lavoro mi ha anche permesso di fare pratica con la gestione di progetti di traduzione, in particolare per quanto riguarda il rispetto delle scadenze e l’organizzazione dei tempi di lavoro".

Rebecca:
"Ho imparato quali sono i miei difetti, come e dove posso migliorare come traduttrice. Ho imparato quali sono le varie fasi che portano alla pubblicazione di un libro tradotto. Ho imparato che il lavoro del traduttore non è così solitario come sembra. E che tradurre un libro per bambini, non è per niente un gioco da ragazzi!".

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