“Un Inferno che nemmeno Dante Alighieri avrebbe immaginato di mettere nel suo Inferno.” (Fred Sedel)
È uscita il 20 ottobre 2021 la traduzione in italiano di Abitare le tenebre, di Fred Sedel, un medico ebreo francese sopravvissuto dopo sette campi di concentramento e di sterminio dal 1943 al 1945. Con prefazione di Liliana Segre, postfazione di Stefano Rolando – L’Ornitorinco Edizioni.
Fred Sedel fu arrestato a Parigi dalla Gestapo durante l’occupazione nazista della città il 9 luglio del 1943 e poi, nell’odissea della persecuzione contro gli ebrei, fortunosamente riesce a salvarsi la vita e a trovare la forza e il coraggio di raccontare la sua tragedia in un libro edito in Francia per la prima volta negli anni ’60 e poi rieditato all’inizio degli anni ’90 e ora in una prima edizione internazionale, in Italia e in italiano.
Abitare le tenebre è un diario scritto da un medico, che osserva con dolore, ma anche con razionalità scientifica, ciò che vede, ciò che sente, ciò che prova nel corso dell'esperienza personale di sette campi di concentramento e di una straordinaria successiva rielaborazione. Quello che ci viene offerto è un altro punto di vista, diverso rispetto a quelli presenti nella memorialistica e nella saggistica sulla Shoah. Non sono frequenti analisi di questo genere nelle testimonianze che riguardano la persecuzione degli ebrei.
"Si tratta di un vero e proprio glossario della persecuzione, un thesaurus: arresto, prigione, attesa, disinfezione, infermeria, viaggio, delazione sono solo alcuni dei concetti su cui si fonda la riflessione memorialistica del dottor Sedel, e a ben vedere si tratta di elementi ben presenti purtroppo anche nella nostra contemporaneità. Il che rende quel testo uno strumento importante anche per ragionare sul presente e sul futuro delle umanità perseguitate"(Gadi Luzzatto Voghera, moked/מוקד).
Il libro è stato presentato giovedì 18 novembre 2021 in occasione di BookCity Milano 2021 all'interno del palinsesto Università al quale la Civica Altiero Spinelli aderisce con iniziative da diversi anni.
Nella giornata sono intervenuti: Fabrizia Parini direttore della "Altiero Spinelli" e coordinatrice del gruppo di traduzione, Elena Buscemi – presidente Consiglio comunale di Milano; Gadi Luzzatto Voghera – direttore CDEC (Centro Documentazione Ebraica Contemporanea); Zita Dazzi – la Repubblica; Stefano Rolando – Professore Iulm e membro CdA Fondazione Milano; Francesco Spagnolo Acht – Curatore Museo ebraico della Università della California. Le traduttrici - Andrea Amiotti, Greta Caseti, Ilaria Consonni, Ilaria Melzi – hanno presentato il progetto di traduzione.
La registrazione video dell'incontro è stata realizzata da Radio Radicale.
Abitare le tenebre di Fred Sedel
Prefazione di Liliana Segre, postfazione di Stefano Rolando
Traduzione di Andrea Amiotti, Greta Caseti, Ilaria Consonni, Ilaria Melzi
L’Ornitorinco Edizioni
Il lavoro di traduzione
La traduzione dal francese è stata realizzata da un gruppo di studentesse del corso di Traduzione editoriale (Traduzione, in collaborazione con l'Università di Strasburgo) sotto la guida della professoressa e direttore dell'Istituto Fabrizia Parini. Le giovani traduttrici si sono cimentate nell’interpretazione della lingua di un testimone della Shoah restituendocela in italiano attraverso la loro conoscenza e la loro sensibilità.
Racconta Fabrizia Parini: "Alessandra Agazzi, Andrea Amiotti, Greta Caseti, Ilaria Consonni, Federica Strafile, Ilaria Melzi e Giobatta Perosa, hanno lavorato tutti insieme in aula ai primi due capitoli sotto la mia guida, riflettendo sulle specificità del testo e acquisendo una resrituzione comune in italiano. Quattro studentesse: Andrea Amiotti, Greta Caseti, Ilaria Consonni e laria Melzi, poi, hanno proseguito durante i mesi di pausa estiva traducendo tutti i restanti ventisette capitoli. Io ho fatto una prima revisione.
Penetrare il testo come richiede il lavoro di traduzione, penetrare questo testo è stato un viaggio negli abissi. Restituire l'atrocità di tali umiliazioni e sofferenze ha condizionato mente e corpo di ha tradotto e revisionato. Non sarà possibile dimenticare. Perchè catastrofi umanitarie del genere non debbano più ripetersi".
Il punto di vista delle giovani traduttrici
Come vi siete organizzate il lavoro?
"Siamo state informate del progetto a febbraio 2020. La professoressa Parini ci ha proposto di tradurre la prefazione e il primo capitolo in classe come project work, informandoci che, chi avesse voluto, avrebbe potuto prendere parte allo stage che prevedeva la traduzione dei restanti capitoli del libro.
In classe abbiamo analizzato lo stile della scrittura di Sedel e le eventuali difficoltà traduttive. ll tirocinio, in seguito, è stato svolto tra agosto e ottobre del 2020. Noi traduttrici abbiamo organizzato e suddiviso il lavoro in completa autonomia, tenendoci in contatto per risolvere eventuali dubbi o incertezze. Ognuna di noi, dopo un'attenta lettura dell'opera ha tradotto sette capitoli del libro e una parte dell'epilogo.
Ci siamo servite di un glossario condiviso da aggiornare in tempo reale per mantenere il più possibile l'omogeneità all'interno del testo. Abbiamo svolto infine un'attenta revisione incrociata dei capitoli.
Nel corso dell'intero processo di traduzione ci siamo confrontate costantemente, in remoto, riguardo a perplessità o difficoltà di traduzione. Fondamentale è stato informarsi, cercare e reperire informazioni relative agli avvenimenti storici e all'epoca dei fatti della testimonianza per fare scelte traduttive adeguate".
Come avete vissuto questa esperienza di traduzione? Che impatto ha avuto su di voi?
"Affrontare gli argomenti trattati in "Abitare le tenebre" ha richiesto un notevole sforzo, anche emotivo, a causa dell'importanza storica e morale dell’opera. Abbiamo sentito come una responsabilità fare del nostro meglio per riportare nella traduzione il giusto tono presente nel testo francese. La scrittura di Sedel è cruda, diretta e talvolta ironica. Sono presenti molti termini tecnici relativi al settore medicale che, durante la traduzione, hanno richiesto particolare attenzione.
Durante il tirocinio e nei mesi seguenti è capitato che la mente ripresentasse le stesse immagini schiette e spietate riportate nella testimonianza, e probabilmente questo è stato l'aspetto più duro.
È stata un'esperienza travolgente e toccante e siamo grate di aver potuto dare un contributo, seppur piccolo, per non dimenticare".
Chi era Fred Sedel?
Fred Sedel, nasce a Lviv (Lwow in polacco), città della Galizia asburgica oggi ucraina, il 22 febbraio 1909. Famiglia ebraica, studia a Timisoara in Romania, poi medicina in Francia. Inizia l'attività di medico a Igny (Ile-de-France) già nel quadro dell'occupazione nazista della Francia. Si sposa Myriam Stélesco (Parigi, 1918-2006) ed è arrestato dalle SS, vittima di delazione, il 9 luglio 1943. Internato a Drancy, poi deportato ad Auschwitz-Birkenau, viene immatricolato con il numero 133953. Da lì è trasferito a Jaworzno, poi nell'odissea nei campi di sterminio di Birkenau, Oranienburg, Sachsenhausen, Kaufering IV, Landsberg.
Salva la vita sempre all'ultimo momento, grazie al fatto di essere medico. Il 27 aprile 1945 è trasferito in condizioni estreme con altri prigionieri su un treno piombato diretto al Nord che viene attaccato da aerei americani. Mentre i soldati tedeschi si nascondono, evade fortunosamente. Al seguito degli americani, poi con i francesi, torna vivo a Parigi. Ritrova Myriam, ricostituisce la famiglia. Nel 1963 pubblica con La Palatine (Parigi- Ginevra) la prima versione di Habiter les ténèbres, riscritto e rieditato nel 1990, con prefazione di Jean Bernard (Académie française), dalle edizioni Mètaillè. A 82 anni, il 18 marzo 1991, muore a Parigi.