L'antologia pubblicata da Dragomanni nel 2014, raccoglie una serie di racconti di Henry Lawson, il più famoso scrittore australiano di narrativa breve, selezionati da Franca Cavagnoli, traduttrice, scrittrice e docente della Civica Altiero Spinelli e tradotti da un gruppo di suoi ex-studenti del Corso di Specializzazione in Traduzione (2012 e il 2014).
Le traduttrici e i traduttori coinvolti nel progetto: Francesca Clemente, Elisabetta Di Stefano, Valentina Farinacci, Scilla Forti, Anna Morato, Elisa Orlandi, Margherita Previde Massara, Elisa Pantaleo, Giorgia Sartori.
Nell'introduzione la curatrice spiega: “Questa raccolta di racconti di Henry Lawson, uno dei padri fondatori della letteratura australiana, si propone di far conoscere al pubblico italiano Henry Lawson nella sua veste di narratore di storie. In patria, infatti, Lawson è celebrato anche come poeta – e all’inizio si afferma proprio con i suoi versi – e per la sua instancabile attività di giornalista e cronista del bush a cavallo fra Ottocento e Novecento.”
Lawson pone al centro della sua narrazione il bush - luogo di isolamento e solitudine, una landa inospitale di cespugli e arbusti - i cui abitanti conducono vite modeste, difficili fatte di lotte quotidiane in cerca di un'esistenza migliore.
Racconti
I racconti di Henry Lawson, uno dei padri fondatori della letteratura australiana, narrano la crudezza della vita nel bush tra la fine dell'Ottocento e i primi del Novecento. Sono storie in cui predominano il cameratismo tra gli uomini - umili mandriani, tosatori di pecore e lavoratori itineranti -, la compassione per le sorti altrui, la solidarietà attiva, l'austerità delle situazioni in cui vivono donne e bambini alla mercé di un paesaggio impervio. Lawson li ritrae con grande empatia e della gente del bush sa cogliere la strenua lotta per sopravvivere in un mondo ostile e il coraggio di affrontare l'ignoto. La propensione per un linguaggio scarno, che predilige il non detto, e il ricorso alla spontaneità e immediatezza dell'oralità sono in sintonia con la quieta rassegnazione e accettazione di una vita aspra e fanno di Henry Lawson una sorta di Sherwood Anderson degli antipodi.
Henry Lawson
Racconti
a cura di Franca Cavagnoli
Dragomanni 2014
Henry Lawson
(Grenfell, New South Walles, 1867 - Sydney, 1922) è lo scrittore con cui la letteratura australiana acquista la piena autonomia, insieme con la coscienza della propria diversità, tematica e linguistica, dalla letteratura della madrepatria inglese. Autore di numerosi racconti sulla vita degli uomini e delle donne del bush e sul senso di solitudine e isolamento imposto dalle enormi distanze, ma anche sulla solidarietà e il cameratismo che nascevano dalla necessità di sopportare condizioni di vita durissime, dopo aver fatto i mestieri più diversi (da contadino a mandriano, da telegrafista a editore), iniziò verso la fine del secolo scorso a collaborare alla rivista di Sydney "The Bulletin", da cui derivò un contributo fondamentale all'affermarsi della nuova letteratura australiana e, nonostante le precarie condizioni di salute (alla sordità si accompagnarono sempre di più gli effetti dell'alcolismo), proseguì fino alla fine dei suoi giorni un'intensa attività creativa che gli valse apprezzamenti e riconoscimenti anche nei circoli intellettuali londinesi. Fu autore di alcune raccolte poetiche quali Verses, Popular and Humour (1900), For Australia and Other Poems (1915), e di raccolte di racconti come While the Billy Boils (1896), Children of the Bush (1902) nei quali ha saputo rievocare con grande efficacia la dura vita dell'entroterra australiano.