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Darcie Little Badger - Ellie dei cani eterni

Traduzione di Valeria Aleandri, Nicole Colombo, Nicolas Grecchi e Federica Lauda

Progetto nato dalla collaborazione tra la Civica Altiero Spinelli e Salani in occasione del 160° anniversario dalla sua fondazione

Genesi del progetto

La collaborazione con Salani Editore nasce dalla richiesta di festeggiare i loro 160 anni con progetti legati al mondo della formazione, a Milano, e a diversi settori culturali.
In questa ottica la Casa editrice ha scelto la Civica Scuola Altiero Spinelli per la realizzazione di una serie di progetti didattici tra cui la creazione di un Laboratorio di Traduzione letteraria, nell'ambito del corso in Traduzione.

Hanno preso parte a questa iniziativa tre studentesse e uno studente - in seguito a selezione - del I anno del corso: Valeria Aleandri, Nicole Colombo, Nicolas Grecchi e Federica Lauda. Insieme hanno collaborato alla traduzione dall'inglese all'italiano di un libro per ragazzi, di genere Fantasy: Ellie dei cani eterni di Darcie Little Badger con la supervisione di Valentina Daniele, traduttrice esperta dell'autrice. Valentina ha accompagnato il gruppo che ha tradotto imparando a lavorare in équipe. Ora il libro è nelle librerie edito da Salani.

Ellie dei cani eterni

di Darcie Little Badger
Illustrazioni di Rovina Cai (Salani, 2023)

Con la traduzione di Valeria Aleandri, Nicole Colombo, Nicolas Grecchi e Federica Lauda

Una ragazza Apache con un potere straordinario.

Il mondo di Ellie non è proprio come il nostro. Ci sono la scuola, gli amici e i lunghi pomeriggi passati al centro commerciale. Ma c’è anche Kirby, il suo cane fantasma, e un potere ancestrale che le scorre nelle vene e le permette di evocare gli spiriti delle persone che non ci sono più. Lo ha ereditato dalla nonna, insieme al suo nome Apache, Elatsoe, colibrì. Un uccello piccolissimo, ma incredibilmente forte, proprio come lei. Quando lo spirito di suo cugino Trevor, scomparso misteriosamente, le fa visita in sogno, Ellie capisce che non si è trattato di un incidente: qualcuno ha ordito un piano per ucciderlo e toccherà a lei e alla sua famiglia scoprire chi e perché lo ha fatto. Già caso editoriale negli Stati Uniti ed eletto da Time uno dei migliori romanzi fantasy di tutti i tempi, Ellie dei cani eterni combina sapientemente mistero, horror, noir e fantasy con l’autentica spontaneità di una ragazza che non teme di fare la sua parte nell’eterna lotta contro il male, soprattutto quello che si nasconde nell’animo umano.

Il punto di vista delle traduttrici e del traduttore

Come hai affrontato il lavoro di traduzione del libro? Come ti sei preparata e come si è svolto il lavoro in collaborazione con i compagni?

Valeria: "Come è forse ovvio, siamo partiti da una lettura approfondita del libro e ci siamo confrontati con Valentina Daniele riguardo le difficoltà generali del testo. Personalmente, ho lavorato prima a una stesura per avere un'idea della mia parte nel complesso, poi l'ho aggiustata anche grazie all'aiuto dei miei colleghi. Ci siamo tenuti in costante comunicazione sui social e abbiamo lavorato a un glossario comune per i termini specifici o ricorrenti. Infine abbiamo ricevuto le correzioni di Valentina e concordato con lei una versione finale. Sicuramente, il fatto di aver avuto gli stessi insegnanti nel corso di questi due anni ci ha permesso di lavorare in sintonia e trovare un tono comune con più facilità".

Nicole: "La prima volta che ho letto "Elatsoe" (titolo originale dell'opera) mi sono commossa. Anche per questo motivo, ho preso da subito a cuore la sua traduzione. Il lavoro è stato supervisionato da Valentina Daniele - a cui sono molto grata per i preziosi consigli - che ha suddiviso il libro in quattro parti affinché io e i miei colleghi avessimo lo stesso numero di cartelle da tradurre. Ho scelto l'ultima parte, quella che mi ha emozionato di più, e ho fatto una prima stesura per avere uno "scheletro" da sottoporre a varie revisioni. Per tutta la durata del processo traduttivo io, Valeria, Federica e Nicolas abbiamo aggiornato un glossario con i termini più critici comuni a tutte le parti e ci siamo confrontati per messaggio, in università e attraverso degli incontri online a cui era presente anche Valentina. La collaborazione è stata decisamente produttiva: vi invito a leggere il libro per giudicarne il risultato. Ellie dei cani eterni sarà in libreria dal 24 gennaio: l'emozione è tanta, così come la soddisfazione!"

Nicolas: "All’inizio ero un po’ preoccupato: non avevo mai affrontato una traduzione così corposa. Il fatto di non essere da solo, però, mi ha aiutato a mettere tutto in prospettiva. La nostra supervisora, Valentina Daniele, ci ha dato il tempo di leggere il libro e di cominciare a ragionare sulla traduzione. Dopo di che, abbiamo delineato insieme alcuni aspetti fondamentali e iniziato a impostare il lavoro. Data l’entità del progetto abbiamo ritenuto necessario creare un glossario condiviso e una chat di gruppo, in modo da poter discutere insieme delle scelte traduttive e allinearci. Ci siamo anche trovati più volte in chiamata per fare il punto della situazione e discutere delle questioni più complicate. Mi sento di dire che abbiamo lavorato bene!"

Federica: "Quando ho saputo di essere stata selezionata per il progetto di traduzione con Salani Editore, ho accolto la sfida con grande entusiasmo. Avere la possibilità di fare esperienza con una casa editrice così importante è un’opportunità preziosa, specialmente per chi come me ha scelto il percorso letterario. Ho sentito subito che il lavoro era nelle mie corde e che la preparazione del primo anno di corso mi avrebbe dato gli strumenti giusti per portarlo a termine. Ci sono stati assegnati i capitoli (circa cinquanta cartelle a testa) e abbiamo lavorato in autonomia, confrontandoci tra noi quando sorgevano dei dubbi e fissando degli incontri virtuali con Valentina Daniele – la traduttrice senior di Salani che ci ha seguiti – per revisionare il tutto e discutere sulle questioni più problematiche".

Com’è stato tradurre un libro per ragazzi, tra l’altro, di genere Fantasy?

Valeria: "Il Fantasy è uno dei miei generi preferiti, mi accompagna fin dall'infanzia: poter avere un ruolo attivo nella creazione di qualcosa che si ama è, innanzitutto, emotivamente gratificante".

Nicole: "Inizialmente, ammetto di essermi spaventata. Il Fantasy non rientrava nei miei generi preferiti, temevo ci fossero ostacoli troppo alti da superare. Sono invece rimasta piacevolmente sorpresa: la prosa dell'autrice è molto limpida e traducibile senza grossi problemi".

Nicolas: "È stato senza dubbio divertente. Prima di iniziare ho cercato di recuperare alcune letture che potessero aiutarmi a entrare nella giusta ottica, come La storia infinita (che purtroppo non sono ancora riuscito a finire). Tradurre testi di questo genere presenta sfide particolari: si avverte un senso di responsabilità maggiore per via del pubblico di riferimento, ma a questo si aggiunge il piacere di immergersi in un mondo nuovo e contribuire a plasmarlo".

Federica: "Il Fantasy non è il mio genere, non ho mai letto una pagina di "Harry Potter" e non so nulla del "Signore degli Anelli", ma non ho avuto nessun problema a tradurre "Ellie dei cani eterni". Credo che se si abbia una buona padronanza del linguaggio e della scrittura, riuscendo a modulare il tono e il registro in base al contesto, il genere letterario in sé non sia vincolante".

Ci sono stati momenti di difficoltà? Come li hai superati?

Valeria: "La caratteristica peculiare del Fantasy sono le parole e le entità inventate (che siano vampiri, fantasmi o altro). La difficoltà non sta solo nella loro traduzione, ma anche nella loro tradizione: ci sono alcuni elementi del genere Fantasy che la maggior parte dei lettori conosce, altri che vanno spiegati o rispiegati perché usati dall'autore/autrice in modo non convenzionale".

Nicole: "Negli anni ho imparato a conoscermi come traduttrice. Ho sempre avuto qualche difficoltà nel rendere il giusto registro senza cadere troppo in basso o, viceversa, alzarlo eccessivamente. Questo problema è stato risolto dai continui confronti con Valentina e i colleghi, e grazie ai loro consigli".

Nicolas: "I momenti difficili sono arrivati per lo più quando eravamo quasi al traguardo. Sentivo la pressione di dover consegnare la traduzione, e più rileggevo quanto avevo scritto meno mi piaceva. Fortunatamente, però, il supporto tra noi e da parte di Valentina non è mai mancato. Per affrontare la situazione in maniera più lucida ho chiesto un parere sulle parti che mi convincevano meno anche a persone esterne al progetto, come alcuni amici e familiari, il che si è rivelato di grande aiuto".

Federica: "Non li chiamerei momenti di difficoltà veri e propri; dubbi, più che altro. Per fortuna ci è stato accordato un tempo sufficientemente lungo per lavorare con calma, per leggere, rileggere e rivedere la traduzione più volte. È stato molto importante avere la possibilità di confrontarsi con i colleghi: quando non si trova la parola o l’espressione giusta, quattro menti ragionano meglio che una sola! E poi per me è stato fondamentale il primo incontro con Valentina. Dopo aver avuto il suo riscontro positivo su alcune soluzioni traduttive che avevo scelto, mi sono sentita sollevata: stavo andando nella direzione giusta. Poi è stato tutto in discesa".

Cosa hai imparato da questa esperienza di traduzione per una Casa editrice?

Valeria: "A non aver paura di gestire un testo (o porzione di testo) molto lungo, a velocizzare le connessioni mentali durante la traduzione e a fare un lavoro immersivo. Il confronto con Valentina e con la Casa editrice è stato per me estremamente produttivo sia dal punto di vista tecnico che umano. Si dice spesso che chi traduce è per sua natura indeciso: lavorare con loro mi ha aiutata a distinguere nettamente l'indecisione dall'insicurezza, a trasformare la seconda in ricerche approfondite e la prima in scelte ponderate".

Nicole: "A tradurre in gruppo un testo molto più lungo rispetto a ciò a cui ero abituata, a rispettare le scadenze o anche anticiparle, a curare un glossario, a scendere a compromessi, a lavorare con sempre più cura e serietà".

Nicolas: "Gli insegnamenti più preziosi che ho tratto dal progetto riguardano sicuramente l’importanza di saper gestire il tempo e ragionare “con più teste”: l’obiettivo era arrivare a uno stile condiviso che fosse sfaccettato ma coerente, e credo sia stato raggiunto. È stata un’occasione unica".

Federica: "È stata senza dubbio l’esperienza più importante e impegnativa finora nel mondo della traduzione. Ho imparato che un traduttore deve prendere decisioni continuamente, e per farlo deve avere sicurezza, fiducia in sé e a volte anche un pizzico di audacia. Ho avuto poi conferma di un aspetto del lavoro del traduttore che avevo già intuito in altre occasioni: non c’è un solo modo di tradurre, e non ce n’è uno che sia migliore di un altro in termini assoluti. Tutto va ragionato in base al contesto e al caso specifico e un buon traduttore deve anche saper mettere da parte le regole della tecnica per fare in modo che il testo trasmetta quella vibrazione che invogli il lettore a girare la pagina e iniziare un nuovo capitolo".

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